GIMBE su Dfp 2025: segnali timidi per la spesa sanitaria, ma gli anziani rischiano di pagare il prezzo più alto

GIMBE su Dfp 2025: segnali timidi per la spesa sanitaria, ma gli anziani rischiano di pagare il prezzo più alto

16/04/2025



L’analisi della Fondazione Gimbe sul Documento di Finanza Pubblica sottolinea le criticità per il Servizio Sanitario Nazionale e le ricadute sulle fasce più fragili della popolazione.

Il Documento di Finanza Pubblica (DFP) 2025, approvato lo scorso 9 aprile dal Consiglio dei Ministri, ha acceso un tenue barlume di speranza con una leggera crescita della spesa sanitaria prevista, ma la realtà rimane critica: il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) continua a essere sottofinanziato, un problema che pesa in modo particolare sulla popolazione anziana. È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Gimbe, guidata dal Presidente Nino Cartabellotta.

Sanità e anziani: un connubio cruciale
In un Paese dove il 23% della popolazione ha più di 65 anni e l’aspettativa di vita è tra le più alte d’Europa, garantire un accesso equo e di qualità alle cure dovrebbe essere una priorità nazionale. Tuttavia, i dati presentati nel DFP 2025 evidenziano che la quota di ricchezza destinata alla sanità rimane stabile al 6,4% del PIL fino al 2028, una percentuale insufficiente per affrontare le crescenti esigenze di una popolazione che invecchia.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione richiede investimenti significativi per sostenere un SSN già in difficoltà,” sottolinea Cartabellotta. “Invece, ci troviamo di fronte a un cronico sottofinanziamento che mette a rischio il diritto alla salute, soprattutto per gli anziani, che dipendono maggiormente dall’assistenza sanitaria.”

I numeri del sottofinanziamento
Nel 2024, il rapporto spesa sanitaria/PIL è stato pari al 6,3%, un lieve aumento rispetto al 2023 (+0,1 punti percentuali), ma ancora distante dalla media europea. La spesa sanitaria è cresciuta di € 6,5 miliardi rispetto all’anno precedente, raggiungendo € 138,3 miliardi. Tuttavia, oltre la metà di questa crescita è stata assorbita dall’aumento della spesa per il personale, lasciando poco spazio per migliorare i servizi e le infrastrutture.

Nel periodo 2025-2028, si prevede una crescita media annua della spesa sanitaria di circa il 2,85%, un ritmo insufficiente per affrontare sfide come la carenza di personale infermieristico, la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e l’aumento delle patologie croniche legate all’invecchiamento.

Il peso delle carenze strutturali sugli anziani
Tra le riforme collegate alla prossima Legge di Bilancio, spiccano il potenziamento dell’assistenza territoriale e il riordino delle professioni sanitarie. Tuttavia, queste iniziative rischiano di essere compromesse dalla cronica carenza di risorse e di personale.

“La riorganizzazione dell’assistenza territoriale è fondamentale per gli anziani, spesso impossibilitati a spostarsi per accedere alle cure,” osserva Cartabellotta. “Ma senza un piano chiaro per colmare la carenza di personale e senza investimenti consistenti, si rischia di aggravare ulteriormente le disuguaglianze territoriali.”

Il futuro del SSN e il diritto alla salute degli anziani
Nonostante il DFP 2025 eviti tagli drammatici alla sanità, il timore di una stagnazione economica e le incertezze globali potrebbero portare a riduzioni effettive della spesa. Questo scenario mette a rischio la sostenibilità del SSN e colpisce in modo sproporzionato gli anziani, che già oggi affrontano difficoltà nell’accesso ai servizi, liste d’attesa infinite e una crescente dipendenza dall’assistenza privata.

“Per garantire una sanità pubblica equa e sostenibile, è necessario un cambio di rotta deciso,” conclude Cartabellotta. “Investire nella salute degli anziani non è solo una questione di equità sociale, ma una strategia per ridurre i costi a lungo termine, migliorando la qualità della vita e alleggerendo il peso sui sistemi sanitari.”

Conclusione
Il DFP 2025 rappresenta un’occasione mancata per affrontare in modo strutturale le sfide della sanità pubblica in Italia. In un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione, lasciare il SSN largamente sottofinanziato significa non solo disattendere il diritto alla salute degli anziani, ma anche compromettere la sostenibilità futura del sistema. La salute degli anziani è un investimento che il Paese non può più permettersi di rinviare.