17/04/2025
Il punto di Pompeo Mannone dell’ultimo numero di "Ultimissime di Via Po, 19"
In Italia e nel Lazio si spende troppo poco per la prevenzione
La prevenzione, come è noto,
dovrebbe essere la scelta prevalente in molte attività umane a partire dalla
sanità.
A ciò, si potrebbe aggiungere che
questa ragionevole priorità riguarda anche la sicurezza sul lavoro, la messa in
sicurezza del territorio ed altro e dunque è necessario a tale riguardo fare
finalmente un salto culturale, utile ai cittadini ed al Paese.
Non solo, mettere al primo posto
nelle strategie politiche, istituzionali e sociali questa buona e concreta
indicazione, implica anche un risparmio di spesa pubblica e privata.
Spendere poco infatti, nella
sanità può costare carissimo.
Dagli studi statistici sulla
spesa sanitaria si evince che solo il 4,5% della spesa è destinata alla
prevenzione.
In sostanza si fa poco per
evitare che le persone si ammalino, non capendo che la spesa poi lievita in
termini pesanti quando è ormai troppo tardi.
Si debbono quindi finanziare in
modo significativo gli screening oncologici, ancora lontani dagli standard
europei e quant’altro è importante per evitare all’origine l’insorgere di una
patologia.
Come si sa la diagnosi precoce
salva la vita e ne abbiamo più bisogno in Italia dato che oltre il 24% della
popolazione ha oltre i 65 anni.
Sui vaccini alla popolazione la
situazione è ancora peggiore.
La prevenzione non deve essere un
lusso per i cittadini deve essere un investimento produttivo del Paese.
Le criticità delle liste d’attesa
determinano spesa privata oppure rinuncia agli esami specialistici ed alle
cure. Nel 2023 i cittadini italiani hanno speso di tasca propria circa 41
miliardi.
Dobbiamo insistere nei luoghi
istituzionali ai vari livelli per affermare il concetto che la prevenzione, se
garantita e accessibile, è la chiave per ridurre disuguaglianze e costi.
Nella regione Lazio ribadiremo
insieme alla Confederazione questa nostra priorità che rappresenta l’interesse
primario della nostra comunità.