02/12/2024
Notizie su sanità sociale ed altro
DALL'ITALIA 
PARKINSON, I SINTOMI MENO NOTI A CUI FARE
ATTENZIONE
Conoscere i sintomi del Parkinson può fare la differenza nell'approccio alla malattia. Consente, infatti,
di avvertire prima certi campanelli di allarme e di rivolgersi subito a uno
specialista, così da iniziare al più presto la terapia. La Confederazione
Parkinson Italia ha lanciato una campagna di sensibilizzazione rivolta a
tutti i cittadini proprio alla scopo di aiutare a riconoscere tempestivamente i
sintomi di questa malattia.
Nel nostro Paese ci sono attualmente più di
300 mila persone che convivono con il morbo di Parkinson. Si tratta di una malattia
neurodegenerativa che può manifestarsi in molti modi. Tremori e difficoltà
di movimento sono i sintomi maggiormente conosciuti, ma non è affatto detto
che la patologia si esprima sempre in questo modo. Il Parkinson, infatti,
racchiude una sfera ben più ampia di segni e sintomi, tanto che ad oggi se
ne contano bel 402. Non sempre viene colpito il movimento; a volte la
malattia incide sul sonno, sull'umore, sulla digestione.
"Ancora oggi c'è molta confusione sul
Parkinson. Quando ricevetti la diagnosi, fui colpito dalla varietà delle
sue manifestazioni, ben oltre i tremori. Tuttavia, ciò che rimane costante è la
capacità di reagire e perseguire le proprie passioni e obiettivi di vita",
ha dichiarato il presidente Giangi Milesi, della Confederazione
Parkinson Italia.
La campagna di sensibilizzazione ha voluto
raccontare le storie di uomini e donne che convivono ogni giorno con questa
malattia, non rinunciando ad affrontare sfide sempre nuove, come quelle
proposte dallo sport. Ciascuno ha trovato un modo diverso e unico per
affrontare il Parkinson.
In questi ultimi anni, purtroppo, questa
malattia si sta sempre più manifestando, tanto che è raddoppiata rispetto
alle diagnosi di una ventina di anni fa. Oltre ai disturbi motori, come abbiamo
visto, vengono influenzati anche digestione, sonno, umore e anche l'olfatto.
"La varietà di sintomi rende complessa sia la diagnosi che la gestione
quotidiana della malattia. È essenziale supportare i pazienti nel mantenere un
atteggiamento positivo, coltivando passioni e relazioni sociali per superare
gli ostacoli della malattia", ha dichiarato il professore ordinario di
Neurologia presso l'università Cattolica, Paolo Calabresi.
LA VELOCITA' DEL TEMPO E' PROPORZIONALE ALL'ETA'
Piergiorgio Tupini, presidente dell'Accademia della Cultura Enogastronomica, ha
scritto delle considerazioni personali sulla vita di una persona che oltrepassa
la soglia degli 80'anni, in piena salute, che però avverte alcuni
cambiamenti importanti nella percezione di tempo e vita, dopo una certa età:
"Superati gli 80'anni si convive con l’amara sensazione del tempo che
scorre più veloce e con il timore di un’esistenza residua più breve", ha
iniziato così.
"La risposta è deludente; infatti, quando
la fase di crescita è finita e i sogni si fanno più rari, ossia con l'età
avanzata, il metabolismo e tutte le altre funzioni del corpo e della mente
rallentano; un fenomeno che il cervello interpreta come un’accelerazione
del tempo trascorso. Ricorda il metro di stoffa di Woody Allen, quando
alla festa di compleanno di un amico lo mostrò cominciando impietosamente a
tagliare con le forbici i centimetri sia del passato che del futuro sconosciuti
o dimenticati, mostrando, infine, quanto poco rimanesse di un’esistenza capace
di generare ancora emozioni e interessi.
Una spiegazione è stata formulata da Adrian
Bejan, docente di ingegneria meccanica alla Duke University, Usa: alla
base ci sarebbe un fenomeno fisico, ovvero l’invecchiamento del cervello e
della sua capacità di elaborare le informazioni, ma l’ipotesi prevalente,
sostenuta anche da diverse ricerche, sostiene che quest’impressione dipenda
intimamente dal tasso di cambiamenti dell’esperienza accumulata. Infatti, da
giovani il tempo sembra non passare mai, perché assetati di stimoli e drogati
di adrenalina".
"Così, divenuti adulti e più stanchi si
osservano nello stesso momento, ma con minor velocità nuove immagini, rallentando
contemporaneamente i movimenti oculari e con essi le complesse connessioni
nervose che il cervello fa, ormai, fatica ad elaborare, contribuendo alla
sensazione della fuga dei giorni e delle settimane.
A tal riguardo è noto quanto il viaggio di ritorno
da un luogo dapprima sconosciuto appaia più veloce rispetto all’andata,
allorché i processi cognitivi erano attivati per affrontare le novità del
percorso, mentre al ritorno tutto è già vissuto accelerando il trascorrere del
tempo.
Con la teoria della relatività, Albert
Einstein, ha rivelato che il tempo è solo un’illusione: il passato
non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto non è ancora e
il presente sembra essere quell’eterno istante che separa il prima dal dopo per
cui le esperienze che si fanno rappresentano nient’altro che i cambiamenti
percepiti a livello di stimoli mentali.
All'interno di un intervallo di tempo
"x" il cervello umano si riempie di varie esperienze e conoscenze,
per lo più di episodi che si scoprono e si imparano per la prima volta, ma
superati gli 80 anni il momento del turbine di emozioni diviene bagaglio
delle esperienze vissute. Perciò, per fermare o rallentare la sensazione
della velocità del tempo bisognerebbe impegnarsi a percepire nuove emozioni.
GEMMATO AL G7 SALUTE: "APPREZZAMENTO PER
IL LAVORO DELL'ITALIA"
Si è chiuso in Puglia, lì dove si era aperta, la presidenza italiana
del G7: a rimarcare il ruolo di "assoluta protagonista" della
regione il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. A Bari
l'evento conclusivo, dedicato a un importantissimo tema di salute pubblica, l'antibiotico
resistenza, sul quale il governo italiano si è impegnato con un cospicuo
stanziamento di fondi.
Ma a Bari si è continuato a parlare di salute e prevenzione fino a
domenica 1 dicembre nel Villaggio della Salute che ha offerto ai cittadini la
possibilità di effettuare visite e controlli gratuiti, grazie all'impegno di
oltre 200 tra medici e sanitari.
"È stato un lavoro molto proficuo per il quale ringrazio i partner
del G7, le organizzazioni internazionali e gli Stati ospiti che hanno preso
parte alla plenaria. È stato espresso grande apprezzamento per lo sforzo messo
in campo dalla presidenza italiana a supporto dello sviluppo di nuovi
antibiotici. Nei prossimi giorni sarà pubblicato un report sul sito della
presidenza italiana G7 Salute, con gli impegni presi in questa
importante riunione di alto livello. Ma posso dire che c'è stata massima
condivisione sulla centralità che il Governo italiano ha voluto dare
all'approccio One Health e la volontà di continuare l'impegno comune per
vincere la sfida dell'antimicrobico resistenza". Lo ha detto all'Adnkronos
Salute il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, al termine
della riunione di alto livello sull'antimicrobico resistenza – nei giorni scorsi a Bari – che ha
di fatto chiuso il G7 Salute. "Sono stati presentati dati, durante la
riunione, che dimostrano come investendo nel controllo e prevenzione delle
infezioni e nell'uso ottimale degli antibiotici, possiamo concretamente
invertire il trend di diffusione dell'antibiotico-resistenza e ridurre la
mortalità", ha evidenziato Gemmato. "Sono molto soddisfatto – ha poi
concluso – e voglio sottolineare il supporto che c'è stato a livello nazionale
da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, comunità scientifica,
professioni sanitarie, filiera produttiva e società civile".
ACIDITÀ DI STOMACO: LE ABITUDINI PER STARE
MEGLIO
L’acidità di stomaco è un disturbo comune che
può essere alleviato rapidamente con alcuni alimenti e adottando abitudini
specifiche, specialmente la sera. Ecco cosa mangiare in queste occasioni:
Banane, sono alcaline e aiutano a neutralizzare l’acidità. Contengono inoltre
mucillagini che proteggono la mucosa gastrica.
Zenzero, una tisana allo zenzero o piccoli pezzi di zenzero fresco possono
ridurre l’infiammazione e calmare l’acidità.
Latte di mandorle, è alcalino e leggero per lo stomaco, ideale per calmare l’acidità.
Acqua, naturale ovviamente e preferibilmente tiepida, spegne quel senso di
bruciore.
Yogurt naturale, è ricco di probiotici, aiuta a riequilibrare la flora intestinale e
ridurre i sintomi di reflusso.
Camomilla, una tisana di camomilla può alleviare l’irritazione dello stomaco e
promuovere il rilassamento.
Miele, una piccola quantità di miele (meglio se biologico) protegge la mucosa
gastrica e riduce l’acidità.
Patate, il succo di patata cruda è un rimedio naturale che aiuta a contrastare
l’acidità, grazie alle sue proprietà alcalinizzanti.
Importante anche mangiare piccole porzioni di
alimenti non irritanti e almeno 2-3 ore prima di coricarsi, perché
riduce la pressione sull'esofago e dopo cena mantenere una posizione eretta. Dormire
con il busto sollevato con l'aiuto di un paio di cuscini. Evitare i cibi
grassi, fritti, acidi e piccanti, ma anche il caffè e gli alcolici.
MORTO L'UOMO PIÙ VECCHIO DEL MONDO: AVEVA 112
ANNI
L’uomo più vecchio del mondo pochi giorni fa è
morto all’età di 112 anni. Ne ha dato notizia la sua famiglia. John
Alfred Tinniswood è morto nella casa di cura di Southport, in Inghilterra,
dove viveva.
Instancabile tifoso del Liverpool, diventò
l’uomo più anziano del mondo nell’aprile di quest’anno, quando Juan Vicente
Pérez Mora morì all’età di 114 anni.
La sua famiglia ha raccontato che nel suo
ultimo giorno di vita Tinniswood è stato “circondato da musica e amore”.
Nato da Ada e John Bernard Tinniswood il 26
agosto 1912, Tinniswood, vedovo dal 1986, lascia una figlia, Susan, 4 nipoti e
3 pronipoti. "Era intelligente, risoluto, coraggioso, calmo in ogni
situazione, dotato di talento per la matematica e un grande conversatore",
ha raccontato la famiglia. Prestò servizio militare nel Royal Army Pays
Corps durante la Seconda guerra mondiale. Poi lavorò per la Royal Mail e,
in seguito, come contabile per la Shell e la BP, prima di andare in pensione
nel 1972. Conobbe sua moglie Blodwen a un ballo a Liverpool e si
sposarono nel 1942.
UNA RISATA NON VI SEPPELLIRÀ
Una ricerca condotta dal National Institute
on Aging, negli USA, ha evidenziato che gli anziani che partecipano
regolarmente a sessioni di risate hanno una riduzione del 25% del rischio di
sviluppare disturbi cardiovascolari, grazie all'effetto benefico della
risata sulla circolazione sanguigna e sulla riduzione della pressione
arteriosa.
La risata non è solo una reazione emotiva, ma
un complesso processo fisiologico che coinvolge diversi sistemi nel corpo
umano. Quando ridiamo, il nostro corpo rilascia endorfine, sostanze
chimiche che promuovono sensazioni di benessere e riducono la percezione del
dolore. Questo meccanismo naturale non solo migliora immediatamente l'umore, ma
ha anche effetti positivi sulla salute generale nel tempo.
Studi scientifici hanno documentato che la risata
terapeutica può contribuire a:
Migliorare la funzione cardiovascolare: Ridere aumenta il flusso sanguigno, migliorando così la circolazione e
riducendo la pressione sanguigna.
Rafforzare il sistema immunitario: La risata stimola il sistema immunitario aumentando la produzione di
cellule T, anticorpi e altre difese naturali del corpo.
Ridurre lo stress e l'ansia: Partecipare a sessioni regolari di risata terapeutica può ridurre i
livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, e migliorare la capacità di
gestire situazioni stressanti.
Migliorare la qualità del sonno: Il rilassamento indotto dalla risata può favorire un sonno più
profondo e riposante.
Dobbiamo dire che la risata terapeutica non
richiede particolari abilità o condizioni fisiche e può essere adattata per
soddisfare le esigenze specifiche degli anziani, anche se sono affetti da
condizioni di salute limitanti, traendone piuttosto grandi benefici. Un'opzione
versatile e accessibile per migliorare la qualità della vita nella terza età.
Ci sono diverse evidenze scientifiche che
supportano il ruolo delle endorfine rilasciate durante il miglioramento
dell'umore, nella salute fisica. Le endorfine sono neurotrasmettitori prodotti
dal sistema nervoso centrale e dalla ghiandola pituitaria, e sono spesso
denominate "ormoni della felicità" per la loro capacità di
alleviare il dolore e migliorare il benessere.
DA OGGI FINO A NATALE, IDEE REGALO PER GLI
ANZIANI (PARTE 1ª)
Ci sono molti regali che gli anziani
potrebbero apprezzare per Natale ed ovviamente anche per il compleanno o atre
feste, noi vi daremo tante idee, da qui al 23 dicembre, per rendere la Festa
più tenera dell'anno, un po’ più speciale. Ecco le prime dieci possibili idee:
Foto e album fotografici: molti anziani amano ricordare momenti speciali e le foto possono
aiutare a far rivivere quei ricordi.
Dispositivi per la lettura: se l'anziano ama leggere ma ha difficoltà a tenere un libro o a
leggere il testo, un dispositivo di lettura come un Kindle potrebbe
essere molto utile.
Articoli per la cura personale: prodotti per la cura della pelle, kit per la pedicure e la manicure, o
altri articoli di cura personale possono far sentire l'anziano coccolato e
curato.
Prodotti per il comfort quotidiano: coperte morbide, cuscini, riscaldatori elettrici, accappatoi e
ciabatte confortevoli possono fare la differenza nel rendere la casa
dell'anziano più confortevole.
Attrezzature per lo sport e il benessere: un pedale per l'esercizio, una fascia per il braccio per il
monitoraggio della frequenza cardiaca o altri strumenti per l'esercizio fisico
possono aiutare gli anziani a rimanere in forma e attivi.
Giocattoli e puzzle: giochi di carte, puzzle o altri giochi possono aiutare gli anziani a
mantenere la mente attiva e a sviluppare la loro capacità di pensiero critico.
Abbigliamento comodo: vestiti comodi e morbidi come pantaloni della tuta, maglioni di lana,
camicie a maniche lunghe e calze di qualità possono essere molto apprezzati
dagli anziani.
Abbonamento a servizi di assistenza: se l'anziano ha difficoltà a svolgere alcune attività quotidiane,
potrebbe apprezzare i servizi di assistenza come il supporto di un caregiver.
Prodotti per la cucina: strumenti per la cucina come utensili, pentole e padelle, o piccoli
elettrodomestici come un robot da cucina o un frullatore possono aiutare
l'anziano a cucinare cibi sani e gustosi.
Oggetti per il giardinaggio: se l'anziano ama il giardinaggio, potrebbe apprezzare attrezzi da
giardino come guanti, zappa, attrezzi per potare e semi di piante.

REGIONE LAZIO
LA RIFORMA A METÀ DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E LE RSA
Il patto
per il nuovo welfare e la non autosufficienza non risolve i problemi dei
gravi e gravissimi assistiti. Il finanziamento all’assistenza domiciliare
lascia a casa quello per le residenze Sanitarie Assistite ferme con le rette
al 2012. E ancora mancano i regolamenti attuativi da parte delle
Regioni per la messa a disposizione delle somme per i badanti con un contratto
regolare di lavoro.
Il recente
finanziamento del Pnrr di 200 milioni per i badanti, pur essendo un
passo avanti per l’assistenza domiciliare, solleva preoccupazioni riguardo
alle RSA.
Il
finanziamento sostiene le famiglie nel pagamento delle badanti, purché siano
regolarmente registrate e con un contratto di lavoro. Questo provvedimento
però, esteso ai centri semiresidenziali, non rientra per il pagamento delle
rette delle RSA, delle strutture residenziali e delle case di riposo eccetera.
Questo è una discriminante.
Sarebbe più
utile, per garantire l’assistenza agli anziani, avere una visione complessiva,
mettere le risorse dove servono e dove ci sono i casi più gravi.
"È
necessaria un’azione organica, immediata e di sostegno alla residenzialità,
perché nel Lazio le rette sono ferme da 12 anni, i costi sono aumentati
a dismisura. Alla Regione Lazio si richiedevano 6 milioni all'anno per la
revisione delle rette e la copertura del contratto nazionale di lavoro già
rinnovati per le Rsa, ma non è stato fatto nulla - ha dichiarato il presidente
dell'Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età, Sebastiano
Capurso. - Non abbiamo, tra l’altro, alcuna informazione rispetto alla
messa a disposizione di queste somme per l’assistenza domiciliare da parte
della Regione che parla di una delibera di 8 milioni di euro e la situazione
non cambia nel resto del Paese".
L’assistenza domiciliare così come è strutturata nel PNRR (Il patto per il
nuovo welfare e la non autosufficienza, ndr), così come le Asl la stanno
conducendo, non porterà alcun tipo di beneficio a questo settore, perché
il settore delle cure a lungo termine, per utenti gravemente non
autosufficienti, non si può sostenere con l’assistenza domiciliare, perché
vorrebbe dire mettere un operatore H24 a casa dell’utente. Questo è impossibile
non solo per una questione di costi, ma anche per mancanza di personale
idoneo e adeguatamente formato. Bisognerebbe potenziare quello che già
esiste prima di inventare cose che sono tutte da dimostrare nella loro
efficacia.
"Per
chiudere il contratto nazionale di tutto il settore abbiamo chiesto al
ministero 340 milioni come contributo straordinario. Questa la nostra proposta
sul tavolo istituzionale. Attendiamo risposta" ha concluso Capurso.
TORNA ATTIVO IL SERVIZIO DI MEDICINA LEGALE
La ASL Roma 4 in questi giorni ha formalizzato l’assunzione di un nuovo Dirigente
medico, il dottor Michele Treglia, che assumerà l’incarico di Direttore
della UOSD "Medicina Legale" dal 1° dicembre 2024. Grazie a
questo nuovo ingresso sarà possibile, tra le altre cose, ripristinare anche le
attività della Commissione per il rilascio e rinnovo delle patenti speciali. Il
percorso per attivare questo importante servizio era stato avviato già nello
scorso anno dall’ex Direttore Generale, Cristina Matranga, e grazie alla
stipula di un protocollo d’intesa con il Rettore dell’Università di Tor Vergata
sottoscritto nello scorso mese di gennaio, è stato possibile individuare il nuovo
Responsabile della Medicina Legale. Il servizio pertanto a breve riprenderà
le attività con sede presso la struttura di via Cadorna a Civitavecchia con
sedute, in una prima fase, dedicate esclusivamente agli utenti con gravi
disabilità.
"Questa azione – ha dichiarato il Direttore
Generale, dottor Roberto Di Cicco - segna l'inizio di una nuova fase volta al
ripristino di servizi di prossimità offerti alla comunità del territorio, con
particolare attenzione alle necessità degli utenti più fragili. Il nuovo
dirigente sarà un valore aggiunto per la nostra azienda e per la Comunità,
garantendo un servizio essenziale per quanti hanno necessità di rinnovare o
richiedere patenti speciali. La collaborazione con l'Università di Tor Vergata
rappresenta un esempio di come le Istituzioni possano lavorare in rete per il
bene della comunità e ringrazio per la sensibilità dimostrata. Questo sforzo
congiunto assicurerà che il servizio riprenda già dalle prossime settimane". È in corso la riorganizzazione del servizio e
maggiori dettagli, sull’attività e la fruizione dello stesso da parte
dell’utenza, saranno illustrate in un prossimo evento pubblico informativo.
SVOLTA EPOCALE NELLA LOTTA ALL'HIV
Grazie alla
collaborazione tra l'Istituto Lazzaro Spallanzani e l’Ospedale
"Luigi Sacco" di Milano, arriva in Italia la PrEP iniettiva.
La PrEP,
cioè la profilassi pre-esposizione, è un modo per prevenire l'infezione da #HIV
per le persone che non hanno contratto il virus ma che sono ad altissimo
rischio. La PrEP consiste
nell'assunzione di farmaci antiretrovirali e, se assunta quotidianamente o
secondo lo schema indicato dal medico specialista, è molto efficace nella
prevenzione dell'HIV. Tuttavia si registrano problemi di aderenza e di
interruzione della profilassi, non risultando la stessa facilmente accessibile
a diverse popolazioni chiave.
La nuova
profilassi iniettiva, che prevede una singola iniezione ogni due mesi,
garantisce alti livelli protettivi contro il virus e maggiore comodità e
rispetto dell’aderenza rispetto alla formulazione orale. Ma soprattutto garantirà
prevenzione alle persone a rischio che sono escluse dalla PrEP orale per
difficoltà di accesso o intolleranza.
Gli studi
dimostrano che la PrEP iniettiva è significativamente più efficace nel
prevenire le nuove infezioni rispetto alla PrEP orale e migliora in modo
significativo l’aderenza, aprendo nuove prospettive nella prevenzione
dell’HIV.
Il dottor Andrea
Antinori, direttore Dipartimento clinico, spiega che: "È da
tempo che allo Spallanzani stiamo lavorando alla realizzazione di questo
programma pilota di accesso alla PrEP iniettabile. Questa innovativa risorsa ci
consentirà di raggiungere una popolazione a rischio particolarmente
vulnerabile, intollerante, a bassa aderenza o con scarsi benefici alla PrEP
orale, aumentando in modo significativo il raggio di azione del nostro
intervento di prevenzione. E rafforzando la rete territoriale e sociale che
stiamo costruendo nella nostra Regione per aumentare in modo capillare
l’azione preventiva contro HIV".
LA PREVENZIONE NEL LAZIO PROSEGUE TUTTO L'ANNO
Novembre volge
al termine,
ma la
prevenzione continua.
La Regione
Lazio offre un programma di screening gratuito per il tumore del colon
retto dedicato a chi ha tra i 50 e i 74 anni, sia uomini sia donne.
Come
accedere?
? Rispondi alla
lettera di invito che viene spedita ogni due anni alle persone in target
? Recati nelle
farmacie che aderiscono all’iniziativa dove si può ritirare e riportare il
kit una volta effettuato il test
? Prendi il tuo
appuntamento attraverso il sistema “Prenota Smart” o telefonando ai numeri
verdi delle ASL.
Trovi qui
tutti i dettagli:
https://www.salutelazio.it/screening-del-colon-retto
PANCI: “L’ARCHITETTURA CHE CURA”
È nostro ospite l’architetto Alessandro Panci,
presidente dell’Ordine degli architetti di Roma.
Non ci sono dubbi sul fatto che un
bell’edificio, un bell’ambiente, fanno sentire meglio. Collegare dunque
l’architettura agli ospedali, per il benessere di pazienti e del personale
medico e infermieristico, non è sbagliato. Nel confronto con il presidente
Panci, si è sottolineato che quando ci muoviamo nel bello ? i più almeno ? ci
comportiamo meglio, abbiamo più cura di noi stessi e del luogo in cui ci
troviamo. Un luogo curato e piacevole ritiene la medicina olistica (che
considera lo stato di salute nella sua globalità, dunque all’unione tra corpo,
mente e spirito) favorisce anche il sonno e il relax, diminuisce
l’aggressività e riduce i tempi di trattamento e di medicazione.
L’architettura curativa è nata nel Regno Unito
e si è sviluppata in molti Paesi del mondo. Gli elementi che caratterizzano i
migliori ambienti sanitari sono: la privacy, cioè ambienti che
danno ai pazienti la possibilità di stare da soli; la vista, ossia il
considerare livelli di illuminazione che stimolino il benessere e la
guarigione; la natura, il contatto è terapeutico e calmante; la
leggibilità del luogo, poiché i pazienti non devono perdersi fra i corridoi
e i reparti, ma devono orientarsi; il confort, lontano dai rumori
assordanti e dai luoghi congestionati; l’estetica degli interni, perché
un ambiente caldo e accogliente è ovviamente benefico rispetto ad uno anonimo e
trascurato; che tenga conto del personale sanitario, perché avendo spazi
ospitali dedicati sarà più efficiente. Infine, deve considerare la compagnia
e la dignità, in quanto i pazienti possano anche avere l’opportunità di
stare con gli altri ma anche di poter controllare quello che vedono e sentono.
Tutto è importante, anche i materiali e i
colori che in un luogo di cura devono essere utilizzati, perché fanno la
differenza. L’Oms ha voluto umanizzare gli spazi già dal 1948, prestando
attenzione ai colori, all’illuminazione e al riscaldamento.
Oggi la tecnologia è al centro degli ospedali
del futuro che devono seguire dei criteri di efficienza energetica, requisiti
di accessibilità, flessibilità e anti-sismicità, e nello stesso tempo essere
provvisti di macchinari specifici e piani per evitare rischi di incendio. Ma il
focus, non bisogna dimenticarlo, deve essere il paziente.
Chi vuole vedere il video dell'intervista può
cliccare qui:
https://opinione.it/societa/2024/11/27/vanessa-seffer-architettura-curativa-ospedali-alessandro-panci/