29/01/2021
Si è insediata, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, la Commissione tecnica incaricata dello studio sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali, che vedrà anche la partecipazione dei sindacati.
Sono state condivise metodologia di lavoro e tempistiche: la Commissione si riunirà con cadenza quindicinale con l'obiettivo di stilare un primo rapporto nel mese di giugno.
La sua istituzione, decisa con il Governo nel 2016, aveva subito diversi ritardi ed era stata sollecitata in occasione dell'inizio del confronto per una riforma del sistema previdenziale avviato a inizio 2020.
Per la CISL la convocazione della Commissione è di grande rilevanza.
Nel contesto nel quale stiamo drammaticamente vivendo ormai da un anno, l'importanza dell'attività che deve svolgere la Commissione sulla spesa previdenziale e assistenziale non si è ridotta, come forse qualcuno sarebbe tentato di pensare, ma anzi, a nostro avviso, si è accresciuta.
Le sfide che ci aspettano nei prossimi mesi e nei prossimi anni sono enormi, e certamente più grandi di quanto avremmo mai immaginato quel 28 settembre del 2016 quando abbiamo siglato con il Governo il protocollo sulla previdenza in cui si prevedeva anche l'approfondimento sui dati della spesa previdenziale e assistenziale.
Il rammarico è piuttosto che se la Commissione fosse stata convocata nei tempi congrui previsti dalla originaria istituzione con la legge di bilancio per il 2018 (3 anni fa), avremmo avuto il vantaggio di disporre già oggi di elementi analitici e conoscitivi utili.
In ogni caso, vogliamo essere fiduciosi che sarà possibile svolgere un lavoro approfondito e adeguato a questi tempi difficili.
Non vogliamo usare giri di parole. Il pericolo che vediamo sullo sfondo è che per fronteggiare la progressiva, e negli ultimi tempi accelerata elevazione del debito pubblico italiano determinata dalle conseguenze economiche che derivano dalla pandemia, le tentazioni, ben note, di scaricare in larga parte sulla previdenza la “colpa” del debito stesso possano diventare ancora più irresistibili che nel passato.
Questo non può e non deve accadere. La CISL rifiuta l'idea e la conseguente narrazione che misure a favore di pensionati comportino penalizzazioni a carico dei giovani e del loro futuro. Non è così e su questo occorre chiarezza.
- Non è così alla luce dell'esperienza quotidiana delle famiglie, dove la presenza di un pensionato riduce il rischio di povertà, come anche certificato dall'Istat.
- Non è così perché la previdenza e le pensioni dipendono da fattori economici e demografici ed è su questi che bisogna incidere non limitandosi a bloccare impropriamente la perequazione delle pensioni o irrigidire oltremodo i requisiti pensionistici.
- Non è così perché se la Ragioneria dello Stato nel suo ultimo rapporto sulla spesa previdenziale ha attestato nel 2020 al 17% il peso della spesa pensionistica sul Pil, ciò dipende in larga parte dal crollo del PIL di quest'anno ed è evidente che è dalla ripresa economica e dal lavoro che il Paese deve ripartire.
- Non è così perché il dogma di questa percentuale è messo in discussione da varie analisi e in ultimo anche dall'INPS secondo cui la spesa previdenziale in senso stretto in realtà si attesa al 12,6%.
A maggior ragione si pone la necessità di fare luce sulle componenti della spesa previdenziale ed assistenziale, sul peso della fiscalità nelle stesse, e di come questi dati sono utilizzati nei consessi internazionali per valutare il sistema Paese non può più essere differita.
Le scelte politiche che il Paese dovrà compiere a partire dall'attuazione del Recovery plan, dalla riforma fiscale e dal ridisegno della previdenza dal prossimo anno, per la Cisl esigono un presupposto fondamentale per potere essere realizzate e comprese: la trasparenza sui dati.
Pensiamo che la Commissione possa contribuire in modo sostanziale a questo percorso sul quale riteniamo debba incamminarsi tutta l'azione politica dei prossimi anni.
L'attività della Commissione è stata prorogata al 31 dicembre 2021, ma probabilmente sarà opportuno fare in modo che i lavori si chiudano prima, per poter disporre degli elementi idonei in tempo utile per riaprire e definire i contenuti degli interventi sulle pensioni per il prossimo anno e impostare una grande riforma del sistema previdenziale nel suo complesso, che includa quanto da noi richiesto: pensione contributiva di garanzia per i giovani, nuove e certe misure di flessibilità per l'uscita dal lavoro e l'intervento di rivalutazione delle pensioni in essere.
Fonte: pensionati.cisl.it