13/10/2020
Vaccinazioni dell'adulto/anziano nella stagione 2020/2021
I vaccini hanno un ruolo vitale nel contribuire alla buona salute degli adulti, insieme ad un'alimentazione equilibrata, lo svolgere attività fisica e sottoporsi a controlli medici regolari. Secondo l'OMS, la mortalità e la morbosità prevenibili con i vaccini si traducono in un risparmio economico di lungo termine, attraverso la riduzione della durata delle ospedalizzazioni, e in una potenziale crescita economica. Inoltre, per alcune malattie prevenibili con i vaccini, il beneficio della vaccinazione non è solo la prevenzione dell'infezione, ma è anche quello di prevenire le complicanze cliniche più serie. Un aspetto da non sottovalutare poi è che riducendo l'utilizzo di antibiotici, i vaccini contribuiscono ad ostacolare lo sviluppo di antibioticoresistenza.
Gli anziani: condizioni di salute e invecchiamento attivo
In tutta l'Europa, l'aspettativa di vita è andata aumentando negli ultimi decenni, raggiungendo nei Paesi a più bassa natalità e con un reddito elevato, come Francia Spagna e Italia, valori di circa 85 anni per le donne e 80 anni per gli uomini. La popolazione al disopra dei 64 anni di età ammonta in Italia a circa 13.783.580 persone, corrispondenti ad una percentuale del 22.8% dell'intera popolazione. Si calcola che tra 10 anni la percentuale di ultra sessantaquattrenni possa arrivare al 30% della popolazione totale. L'Istat comunica inoltre che, nel 2017, la speranza di vita alla nascita ha raggiunto nel nostro Paese il massimo storico di 83,1 anni.
Le opportunità di benessere in futuro, a livello sia collettivo sia individuale, dipenderanno molto dalla qualità degli anni di vita guadagnati, ovvero dal numero di anni vissuti in buona
Gli anziani e la pandemia da SARS-COV-2
Mai come quest'anno l'attenzione deve essere rivolta particolarmente alla popolazione anziana. In questa emergenza sanitaria da SARS-COV-2, infatti, la fascia di popolazione sicuramente più colpita dal virus è stata quella degli adulti/anziani: sono loro che ora più che mai hanno bisogno di maggiori attenzioni e cure, in modo da prevenire qualsiasi tipologia di rischio.
Vaccinarsi contro lo pneumococco e l'influenza deve essere la prima cosa da fare in questo momento di stasi della pandemia in Italia. Non solo perché la prevenzione vaccinale è uno dei pilastri, riconosciuto anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, per un invecchiamento attivo, ma anche perché è probabile che in autunno ci troveremo a dover fronteggiare una nuova emergenza Coronavirus e non possiamo farci trovare impreparati. Due su tre delle vaccinazioni consigliate ai più anziani servono a prevenire malattie respiratorie: l'influenza e la polmonite da pneumococco. Evitare di essere suscettibili a queste patologie ci permette di avere un sistema immunitario capace di rispondere meglio alla circolazione del Coronavirus. Lo abbiamo visto anche in questo periodo: chi ha affrontato il Covid-19 dopo aver contratto una malattia acuta respiratoria, come una seria influenza, ha avuto meno possibilità di reagire al contagio da Coronavirus. Anche una infezione da zoster, tuttavia, pur non rappresentando un potenziale pericolo e livello respiratorio, comprometterebbe sicuramente le condizioni dell'anziano per cui vaccinarsi contro di esso rappresenterebbe una ulteriore arma di difesa.
La vaccinazione nella popolazione adulta/anziana quindi deve diventare un componente chiave delle strategie atte a favorire, insieme all'implementazione di altri interventi preventivi volti a promuovere uno stile di vita sano, il mantenimento di un buono stato di salute nel lungo termine.
Molte vaccinazioni sono fondamentali per la prevenzione delle malattie infettive nella popolazione anziana.
Per gli ultra 65-enni è raccomandata la vaccinazione anti-influenzale per ridurre complicanze, ospedalizzazioni e morti dovute a tale infezione. Il vaccino deve essere somministrato ogni anno (periodo ottobre-dicembre). È importante offrire attivamente la vaccinazione con vaccino anti-pneumococcico.
La copertura vaccinale dell'antinfluenzale del 2018-2019 (ultimo dato disponibile), infatti, è del 53,1% mentre addirittura non si conoscono le coperture vaccinali su base nazionale dell'antipneumococcica
I TIPI DI VACCINI CONSIGLIATI
Vaccinazione Anti-influenzale: l'influenza colpisce ogni anno dal 5 al 20% della popolazione mondiale e in 30 paesi dell'UE/SEE sono circa 500 milioni le persone coinvolte.
La vaccinazione anti-influenzale ha dimostrato di portare a una riduzione del numero di ospedalizzazioni e della mortalità globale tra gli adulti/anziani. Le infezioni da virus influenzali provocano ogni anno un importante impatto epidemiologico, sociale ed economico nei Paesi industrializzati.
Il vaccino influenzale costituisce ad oggi lo strumento più efficace per evitare la malattia influenzale e per ridurre i rischi ad essa correlati. In Italia la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente a tutti i soggetti a partire dal compimento del sessantacinquesimo anno di età oltre alle categorie a rischio previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e recepite dalle circolari annuali del Ministero della Salute. Malgrado questa opportunità di prevenzione, la percentuale dei soggetti vaccinati tra gli ultrasessantacinquenni è in calo, e non è conforme alla soglia minima e auspicabile del 75%.
La “Circolare del ministero della Salute sulle vaccinazioni per l'influenza” 2020-2021 ha in parte recepito le osservazioni esposte, per cui il prossimo inverno la platea di persone a cui è raccomandato il vaccino antinfluenzale si allarga notevolmente: tutti i bambini da 0 a 6 anni, gli adulti/anziani a partire dai 60 anni, e infine gli operatori sanitari delle Rsa. Fino ad oggi, l'antinfluenzale era raccomandato per gli over-65 e per i bambini affetti da particolari patologie. Alla base di questo allargamento c'è stata proprio la circolazione del nuovo coronavirus: aumentare la copertura vaccinale significherebbe evitare intasamenti nei Pronto soccorso e una più rapida diagnosi dei casi Covid. Una vaccinazione allargata dovrebbe consentire di ridurre i possibili malati di influenza stagionale – i cui sintomi iniziali sono simili a quelli provocati dal coronavirus – e quindi si potrebbero distinguere più facilmente i malati di Covid-19 da quelli ‘semplicemente' influenzati.
La vaccinazione sarebbe comunque “raccomandata” ma non obbligatoria. Diverso è il caso della regione Lazio che ha firmato un'ordinanza che rendere la vaccinazione obbligatoria per determinate categorie (over 65 e operatori sanitari). In realtà L'obbligo di vaccinazione dal punto di vista della cultura sanitaria di un popolo rappresenta sempre una sconfitta per cui sarebbe opportuno che tutti fossero convinti della necessità e opportunità di vaccinarsi senza ricorrere all'obbligo.
Ad oggi sono 3 le Regioni, oltre il Lazio che hanno introdotto l'obbligo vaccinale per gli operatori Sanitari: Marche, Emilia Romagna e Puglia.
Vaccinazione Anti-pneumococcica: Le malattie pneumococciche rimangono un problema di salute pubblica importante che causa un'elevata morbilità e mortalità: i dati in Italia confermano che i valori più elevati di incidenza di malattie pneumococciche invasive si riscontrano nei soggetti di età pari o superiore a 65 anni e nella fascia pediatrica, ma, se mettiamo a confronto i dati degli ultimi anni si osserva un incremento significativo nella fascia di età ≥ 65 anni.
In uno scenario, dunque, in cui la polmonite è stata la causa prioritaria dei decessi da SARS-COV-2, è fondamentale rafforzare la copertura anche della vaccinazione antipneumococcica. Per questo motivo si stava pensando anche ad una la possibile emanazione di una circolare sulla vaccinazione antipneumococcica per gli adulti/anziani che la estendesse a tutti gli over 65enni.
Bisogna mettere in campo tutte le forze e tutte le strategie possibili da parte degli attori coinvolti nella pratica vaccinale affinchè questi obiettivi vengano raggiunti.
Per leggere la presentazione e dati sulla Campagna Vaccinazioni a cura di HAPPYAGEING anno 2020-2021, apri l'allegato
Fonte: pensionati.cisl.it