SPID: il rischio di un nuovo digital divide. Sono 16 milioni i pensionati

SPID: il rischio di un nuovo digital divide. Sono 16 milioni i pensionati

30/09/2020



Il passaggio a SPID è una sfida fondamentale per la digitalizzazione del Paese ma non dimentichiamo gli anziani.

In particolare per le fasce di popolazione più deboli e anziane diventerà un altro pezzo di digital divide.

LA NOTA UNITARIA DEI SINDACATI DEI PESIONATI

I Sindacati dei pensionati in questi mesi stanno ponendo l'attenzione sul cercare soluzioni che semplificano il passaggio da PIN a SPID soprattutto per le persone più anziane.

Si conferma che, a livello unitario con SPI e UILP, continua la pressione nei confronti dell'INPS rispetto a queste nuove procedure di accesso ai servizi telematici.

Le Segreterie di SPI, FNP, UILP hanno rilevato che il processo avviato di progressiva cessazione del PIN e di adozione dello SPID come strumento di identificazione per l'accesso ai servizi, se da un lato offre un indubbio miglioramento per quanto riguarda il livello di sicurezza, dall'altro allarga l'area del disagio da “digital divide”. La maggior complessità delle operazioni necessarie ad ottenere lo SPID e poi ad accedere, tramite SPID, ai servizi, aumenta infatti i problemi di accessibilità, in particolare per la fascia di pensionati più anziana e più fragile. Questa difficoltà riguarda l'accesso unicamente in via telematica sia ai servizi che alle informazioni, alcune delle quali particolarmente rilevanti ai fini del controllo della correttezza delle prestazioni ricevute, come è il caso del cedolino di pensione.

I rappresentanti dell'Istituto hanno indicato nella semplificazione e nell'aumento della sicurezza gli obiettivi che sottendono alla scelta di abbandono del PIN e di adozione dello SPID come credenziale di accesso per i Servizi INPS, resi ormai quasi esclusivamente per via telematica.

Semplificazione, perché lo SPID dovrebbe diventare l'unica modalità di accreditamento per l'accesso ai servizi di tutta la PA.

Sicurezza perché lo SPID dovrebbe garantire una minore permeabilità a forme di fraudolenta sottrazione delle credenziali di accesso.

L'INPS ha comunicato che è stato costituito un tavolo di lavoro congiunto con il Ministero del Lavoro e l'AgID (Agenzia per l'Italia Digitale) per monitorare il passaggio, rilevare e risolverne le problematiche, data la dimensione della operazione che riguarderà 27 milioni di utenti INPS oggi dotati di PIN.

L'INPS conferma che dal 1 ottobre sarà sospeso il rilascio di nuovi PIN, mentre i PIN esistenti manterranno la loro validità e continueranno ad essere rinnovati alla scadenza semestrale (o trimestrale per i PIN che non sono solo per l'accesso a servizi per il cittadino) fino alla fine della fase transitoria. Il termine per la validità di quelle esistenti al 30 settembre 2021

Per gli SPID di primo livello, che concedono l'autorizzazione all'accesso tramite codice inviato da Sms, disponibile per almeno 8 provider su 9, non è necessario che l'utente disponga di uno smartphone, che è invece necessario se si intendono usare le apposite App.

Lo SPID può essere ottenuto gratuitamente presso i provider abilitati, tra i quali Poste Italiane e che i provider sono tenuti ad assicurare il rilascio dello SPID entro 5 giorni dalla domanda (o dal completamento della documentazione richiesta).

È stato infine chiarito che per ogni SPID può essere associato solo un numero di telefono per ogni provider, ma che lo stesso numero di telefono può essere associato a SPID diversi presso provider diversi.

Il tema del divario digitale è davvero rilevante, tanto che è affrontato anche nel già citato articolo 24 della legge di conversione del decreto semplificazione, al comma 4, in cui si prevede un successivo decreto con cui sono determinate “altre modalità con le quali, anche per superare il divario digitale, i documenti possono essere messi a disposizione e consegnati a coloro che non hanno accesso ad un domicilio digitale”.

A conferma del rilievo del problema per la nostra categoria sta il fatto che su 27 milioni di PIN finora rilasciati dall'Istituto solo 4 milioni riguardano i pensionati, su una platea complessiva di circa 16 milioni di pensionati.

SPI, FNP, UILP, hanno di non essere ostili ai processi di innovazione digitale, che invece intendono accompagnare, promuovendone la diffusione tra i pensionati. Hanno però sostenuto che servono misure specifiche per evitare che questi processi producano aree di esclusione per quanto riguarda l'accesso a diritti fondamentali.

L'Inps ha riconosciuto che esiste un problema di divario digitale tra i pensionati e ha assunto l'impegno di riflettere per la verifica di ipotesi di soluzioni, che tengano insieme le esigenze di semplificazione e quelle di sicurezza dei dati e tutela della privacy.

In questo senso, si terrà un nuovo incontro nel mese di novembre.

Fonte: pensionati.cisl.it